Hikikomori
Per anni “ Hikikomori” è stato un termine che indicava un fenomeno tipico Giapponese, un fenomeno quasi endemico che ha toccato circa il milione di casi; da qualche anno questo stile di vita ha interessato anche il mondo occidentale, dal 2007 questo è divenuto un fenomeno in crescita anche in Italia, le stime parlano di 20/30 mila casi .
Chi sono gli Hikikomori ?
Sono adolescenti che presentano un malessere sociale, legato al senso di vergogna, ragazzi che rifiutano il mondo e si chiudono in camera per non uscirne più per mesi, anni, e nei casi più gravi addirittura per tutta la vita .
Quali sono i sintomi ?
Tra i sintomi del malessere riconosciamo un’avversione per la società, fobia scolastica e fuga in rete, non c’è interesse per la scuola, tanto meno per le materie, gli insegnanti, l’altro sesso.
Risulta facile confondere tale disturbo con la depressione ma in realtà essi si distinguono soprattutto perché il depresso sfugge le relazioni sociali, si lamenta, piange e vive con i sensi di colpa. Gli Hikikomori mantengono invece un contatto con la società attraverso il web, evitano la vita reale perché dominati da un sentimento di vergogna.
Maggiore è la distanza tra la vita vissuta (segregati nella propria stanza ) e quella reale, maggiore sarà la vergogna e il senso di fallimento.
Questi adolescenti di età compresa tra i 13 e 14 anni, improvvisamente, scelgono l’isolamento sociale e iniziano una vita fatta solo di contatti virtuali e giochi on line, sballando tutti i ritmi soprattutto quello sonno-veglia che risulta completamente invertito.
Internet e il suo mondo fittizio diventa per loro una compensazione, fornisce legami che non mirano l’autostima perché non esiste confronto, non c’è competizione, non esiste rifiuto ma solo un mondo virtuale dove si può essere ciò che si vuole .
Il web diventa un “luogo” dove non si è costretti a reggere un ruolo sempre competitivo, né a soddisfare le continue aspettative di genitori e insegnanti.
Questi ragazzi sono vittime indiscusse di una società contemporanea che chiede senza offrire nulla.
Come possiamo aiutarli e comunicare con loro ? Paradossalmente si potrebbe attirare la loro attenzione proprio con l’iniziale e temporaneo utilizzo della tecnologia, web, chat… etc.
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